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20/05/2020 Coopera - COVID19
Combattere il COVID-19 con il consumo critico

Nei Paesi del Sud del mondo la pandemia di Coronavirus sta ulteriormente compromettendo la vita di milioni di persone che da sempre vivono in condizioni precarie dovendo fare i conti con sistemi sanitari inadeguati, stato sociale inesistente e molto altro ancora.

Un particolare spaccato dell’emergenza in corso merita di essere fatto sugli agricoltori dei Paesi in via di sviluppo e in particolare sui piccoli produttori di caffè che aderiscono al circuito del commercio equo e solidale.

Il marchio Fairtrade, che certifica in tutto il mondo che un prodotto rientra nel commercio equo e solidale, è sempre più diffuso tra gli scaffali del supermercato e, per quanto riguarda il caffè, assicura al piccolo produttore dignità e sicurezza.

Il mercato del caffè è caratterizzato da una spiccata instabilità del prezzo della materia prima, fattore questo che pone i piccoli produttori in una situazione di fragilità e precarietà, minacciando seriamente la loro sopravvivenza.

A ciò si aggiunge la ridotta mobilità per le persone dettata dalle misure governative varate un po’ ovunque per fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso che hanno inciso negativamente sull’intera filiera del caffè (coltivazione, torrefazione, commercializzazione…).

In tali circostanze, il prezzo minimo Fairtrade rappresenta una rete di salvataggio per i produttori assicurando loro un prezzo garantito di 1.40 dollari a libbra per la qualità arabica al quale si aggiungono 20 centesimi di dollaro come Premio Fairtrade (30 centesimi se caffè biologico).

Ora più che mai i nostri acquisti devono andare verso la direzione del consumo critico, l’unica via per favorire lo sviluppo di un’economia sempre più equa.