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24/07/2009
Brunoro: non è un favore alle banche
«Le leggi del mercato valgono anche allo sportello: no a prezzi amministrati»
TRIESTE Giuseppe Graffi Brunoro da gennaio è il nuovo presidente della Federazione delle Bcc del Friuli Venezia Giulia. Dottore commercialista, 46 anni, Graffi Buonoro ha partecipato ieri a una riunione dell’Iccrea, la holding delle banche di credito cooperativo, mentre nei palazzi romani infuriava lo scontro politico sul maxi-emendamento, un maxi-emendamento che prevede tra l'altro lo stop alla stretta sulle banche a partire dalla cancellazione delle novità sul massimo scoperto e sulle modifiche unilaterali dei contratti bancari per l'adeguamento dei tassi.
Presidente Brunoro, c’è chi accusa il governo di avere fatto marcia indietro sterilizzando il decreto in favore delle banche..
Stamane abbiamo affrontato la situazione durante una riunione dell’Iccrea. Il governo, a mio avviso, non sta facendo un favore alle banche. Al contrario penso che nel dispositivo del decreto anti-crisi, per quanto riguarda le banche, sia stato fatto un passo avventato sulla spinta delle pressioni delle associazioni dei consumatori.
Può spiegare?
Le banche sono imprese che possono permettersi di guadagnare di meno ma non possono perdere denaro. Se vogliamo che gli istituti di credito mettano in moto quel processo virtuoso per il quale sono nate, utilizzando il risparmio per sviluppare l’economia in un periodo di crisi, devono essere messe in condizione di agire non in un regime di prezzi amministrati. Se ciò accadesse bisognerebbe allora rivedere le regole dell’intero sistema economico.
Spazio al mercato anche allo sportello?
Viviamo in un sistema di mercato dove ci possono essere spazi di manovra per favorire la clientela. La concorrenza nel sistema bancario non è affatto limitata. La libertà nella nostra operatività ci consente di innescare processi virtuosi che consentano al mercato di individuare il giusto prezzo dei servizi che forniamo. La fretta, in questo caso, è stata cattiva consigliera.
I consumatori vi accusano però di speculare sulla crisi.
È facile tuonare contro le banche ma poi bisogna riflettere e capire che gli istituti di credito sono un anello importante dello sviluppo del territorio e non solo sul piano economico. Non si può rischiare di compromettere l’economia di mercato.
Sulle commissioni di massimo scoperto però i punti di debolezza restano.
Per quanto riguarda le commissioni di massimo scoperto forse ci sono state storture a livello di sistema. Tuttavia le Banche di credito cooperativo della regione hanno cercato di interpretare al meglio la legge ponendo lo 0,50% come limite con le commissioni onncomprensive. Possiamo discutere sulla opportunità o legittimità di determinate formule di commissione ma, in termini generali, se si prende in affitto un garage si paga l’affitto anche non si usa l’auto. Allo stesso modo se si chiede un mutuo, anche se non lo si utilizza, la banca deve sostenere comunque dei costi.
E per quanto riguarda i tassi?
Viviamo in un’epoca di tassi molto bassi e ciò indipendentemente dal livello dello spread (consente di determinare il tasso di interesse finale, ndr) rispetto all’Euribor (è il tasso di riferimento dei mutui, ndr). Oggi il denaro si prende a prestito a tassi che anni fa si definivano ”agevolati”. Non possiamo dimenticare che esiste una quota di rischio dietro ogni finanziamento. Nel passato le banche hanno sopportato rischi esagerati nel concedere in prestito il denaro. Ecco perchè siamo sprofondati nella crisi.