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24/12/2015
Bcc del Fvg, in crescita raccolta e impieghi
«La serietà del lavoro e i “perché” cooperativi del nostro peculiare modello societario, evidentemente, pagano»

Le ferite della crisi non sono state ancora del tutto rimarginate, ma per le banche di credito cooperativo della regione la svolta è arrivata.

Lo testimoniano i dati dei primi nove mesi dell'anno, diffusi ieri, e le parole del presidente della Federazione regionale, Giuseppe Graffi Brunoro. «Il sistema regionale delle Bcc ha superato indenne la lunga stagione della crisi e sta beneficiando dei segnali di ripresa che arrivano dall'economia», spiega a colloquio con Il Piccolo. «Il nuovo anno si apre con la prospettiva di un'accelerazione della crescita per l'Italia e della riforma in arrivo per le Bcc». Proprio quest'ultimo tema ha creato qualche divisione tra gli istituti del settore, con diverse posizioni critiche tra quanti temono di perdere l'autonomia a fronte della creazione di un'unica capogruppo con funzioni di holding e natura di società per azioni. «Si tratta di un timore ingiustificato» - assicura Graffi Brunoro - «dato che la riforma va nella direzione di assicurare maggiore robustezza al settore delle Bcc, offrendo loro la possibilità di servire ancora meglio famiglie e imprese dei territori di riferimento».

Proprio la riforma attesa per inizio anno, sottolinea il presidente delle Bcc del Fvg, eviterà il rischio di un'eccessiva concentrazione dell'offerta. «Una volta creata la capogruppo non vi saranno obblighi di patrimonializzazione per i singoli istituti aderenti a imporre un'ondata di m&a», chiarisce. Per poi assicurare che «in ogni caso in regione, tra le 15 Bcc operative (con 241 sportelli, 66mila soci, 1.470 collaboratori e 348mila clienti, ndr), non vi è alcun caso critico».

Del resto il Cet1, parametro europeo che misura il grado di patrimonializzazione, per le Bcc regionali si attesta mediamente al 18,1%, contro l'11,8% dell'industria bancaria italiana. Intanto arrivano i dati relativi al 30 settembre 2015, che si è chiuso con una crescita dei conti correnti attivi del 3,4% (per 7mila unità) e una raccolta globale in progresso del 3,40% nel confronto annuo (8,6 miliardi di euro). Il merito è soprattutto della componente indiretta della raccolta (a partire dal risparmio gestito), salita del 7,94% a 2,5 miliardi di euro, mentre quella realizzata direttamente dagli istituti presso la clientela è cresciuta di un più modesto 1,53%, pur confermando il primato come peso totale (6,1 miliardi).

Gli impieghi, pari a 5,3 miliardi, sono aumentati del 3,13%, con una quota di mercato del 16,78% (e oltre 900 milioni di nuovo credito erogato nei 12 mesi). La crescita ha riguardato sia le famiglie consumatrici (2,15 miliardi di euro), che le imprese (3,12 miliardi). Confermata la leadership nel credito alle microimprese, con un'incidenza del 30%. La massa operativa complessiva sale a 13,9 miliardi, su del 3,24% nel confronto con settembre 2014. Da inizio anno si conferma la crescita degli strumenti di monetica come carte di debito (+5,41%), di credito (+3,01%), prepagate (+10,77). Sale anche l’home banking (+10,77%).

«La serietà del lavoro e i “perché” cooperativi del nostro peculiare modello societario, evidentemente, pagano», constata Graffi Brunoro. La congiuntura economica negativa continua però a far sentire i suoi effetti sull'ammontare dei crediti in sofferenza (pari a 358 milioni di euro) e sul totale delle partite deteriorate (650 milioni), che hanno registrato una crescita annua rispettivamente del 19,5 e del 16,5%. Su questo versante non c'è che sperare in un'accelerazione della ripresa economica che riporti in equilibrio i conti delle famiglie e delle imprese.

Il Piccolo, 24 dicembre 2015